La comunicazione chimica

Per leggere l’intero lavoro “Il ruolo della comunicazione chimica nella sessualità umana” consultate l’indice della mia tesi di laurea.

PARTE PRIMA. CAPITOLO 1: LA COMUNICAZIONE CHIMICA

La comunicazione è un processo che consiste nello scambio di messaggi, cioè nel trasferimento dell’informazione contenuta in un segnale attraverso un canale e secondo un codice tra un sistema, detto promotore, e un altro, detto recettore.

La comunicazione tra animali, secondo la prospettiva etologica, implica che, data la presenza di due individui, il primo emetta un segnale in grado di influenzare in qualche modo il comportamento del secondo, che lo riceve. Requisito essenziale perché si parli di comunicazione è che i metodi o le strutture utilizzate dall’animale per emettere il segnale siano specializzati per tali funzioni.

I segnali di comunicazione possono avere natura fisica o chimica, ma molte specie, soprattutto le più evolute, utilizzano più di un canale sensoriale, spesso in combinazione, per aumentare la probabilità che il segnale raggiunga il destinatario.

Tra i diversi sistemi, quelli chimici, in particolare quello olfattivo, possiedono alcune caratteristiche vantaggiose: i segnali sono in grado di raggiungere notevoli distanze dal punto di emissione e sono molto duraturi.

La produzione di odori può essere continua, come nel caso degli odori di specie, di colonia, o di individuo, o può avvenire tramite emissioni isolate, come nel caso degli odori sessuali o di allarme.

In base al grado di importanza che il sistema olfattivo riveste nella vita e nella sopravvivenza della specie, gli animali sono stati categorizzati come Macrosmatici o Microsmatici.

La maggior parte dei mammiferi fa parte della prima categoria; essi sono infatti dotati di un olfatto estremamente sofisticato, che spesso si è sviluppato come adattamento alla vita crepuscolare o notturna di molte di queste specie. L’olfatto assume, in questi casi, un ruolo di primaria importanza soprattutto nella comunicazione sociale, sia per quanto riguarda i comportamenti di tipo riproduttivo, sessuale e parentale, sia per quelli di tipo aggressivo, di dominanza e di territorialismo.

Gli uccelli e i primati fanno invece parte della seconda categoria, dato che nella vita diurna i sistemi sensoriali più utilizzati sono quelli uditivo e visivo.

Proprio per questo motivo, per un lungo periodo si è ritenuto che il sistema olfattivo non assolvesse a funzioni essenziali nella comunicazione tra gli esseri umani, nonostante scrittori e poeti da sempre descrivano e raccontino gli eccezionali poteri degli odori, confermati anche dal successo dell’uso antico e moderno dei profumi.

Negli ultimi decenni, ad ogni modo, parecchi studi sperimentali hanno fornito prove sostanziali che la comunicazione chimica tra esseri umani non solo esiste, ma assolve anche a funzioni molto importanti. 

                                         

Ti avvicini a me

con il profumo

dell’erba mattutina

appena tagliata:

i miei capezzoli si inturgidiscono.

Yuko Kawano, da “Come una foresta, come una bestia selvaggia”

 

Esistono due siti candidati alla ricezione di questi messaggi chimici: il sistema olfattivo ed il sistema vomeronasale.

Appare chiaro (Brennan e Keverne, 2004) che, in una grande varietà di animali, questi due sistemi si sono evoluti separatamente per adempiere a differenti funzioni.

Il sistema olfattivo principale è in grado di effettuare discriminazioni sottili tra una enorme varietà di molecole odorose, legandole a differenti output comportamentali.

Al contrario, il sistema vomeronasale o sistema olfattivo accessorio è altamente specializzato nell’individuazione di una limitata gamma di messaggi chimici, specie-specifici, collegati a comportamenti relativamente stereotipati e ad output neuroendocrini. 

Segue in “Parte prima. Capitolo 2: Il sistema olfattivo”

Il presente articolo è riproducibile, in parte o in toto, esclusivamente citando autore e fonte

(Silvia Noris – www.silvianoris.it)

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